In questi giorni mi sono ritrovata a fare una serie di riflessioni sul mio percorso Le Donne e il Cibo, il percorso di Gruppo sui disordini alimentari, un progetto in cui credo molto e forse mi sono avvicinata al coaching per arrivare a creare proprio questo Gruppo.
Tutto ha avuto inizio dalla mia esperienza, da donna, che, col tempo, con la psicoterapia fatta, ha preso consapevolezza di soffrire di dipendenza da Cibo, sia nell’abbuffata che nella privazione.
Mi sono resa conto che fin che tratto argomenti sul corpo delle donne attraverso un libro, le donne si avvicinano, vogliono sapere, conoscere, capire, mentre ad un percorso di Gruppo, che è la fusione tra un workshop e una forma di sostegno, le donne fanno più fatica ad avvicinarsi.
Come ogni Gruppo di sostegno, pertanto di condivisione e di accoglienza, è fondamentale la consapevolezza da parte delle Donne di avere un “problema” …e questo mi ha fatto pensare molto.
Oddio, anch’io ci ho messo un sacco di tempo a comprendere che ero bulimica, perché spesso mi dicevo: “Ok Grace, domani non vomiti più, ti controlli su quanto mangi, e vedrai, sei forte, ce la farai”, ma il giorno seguente c’ero di nuovo dentro.
I disordini alimentari hanno una radice profondissima ma, secondo la mia esperienza personale, sono un diversivo su cui concentrarsi.
All’inizio è decisamente meglio mettere tutta la nostra attenzione sul contare le calorie, sul disperarsi su ogni chilo che si mette, piuttosto che entrare in contatto con le proprie paure più profonde.
Amplificando i problemi del corpo passano in secondo piano altre paure, per esempio la paura di sentirsi diversa, di vedere cose che gli altri non vedono, di andare ad esplorare la sensazione di solitudine e di inadeguatezza che si sente.
Per quanto avere disturbi alimentare e problemi di peso sia doloroso, è una strada di sopravvivenza alla Vita stessa, e all’inizio ci può sembrare la via più semplice, perché in fondo dobbiamo seguire una dieta e tutto andrà a posto.
Purtroppo, a mano a mano che le difficoltà col cibo, il grasso e le diete diventano più profonde, ecco che quella che doveva essere una “soluzione semplice” in realtà incomincia a deluderci….
E, quando subentra la delusione, iniziamo a pensare male di noi stesse…
Come cominciamo a sentirci?
Ci sentiamo sbagliate, inadeguate per la mancanza di volontà perché non riusciamo a mantenere il Controllo del nostro Corpo.
Ed è proprio così che le nostre potenzialità, i nostri talenti speciali finiscono sepolti sotto strati sempre più intensi di insicurezza e rabbia inespressa, rivolta all’interno di noi stesse. Le nostre sofferenze emotive vengono così lenite col cibo.
Le Donne che prendono Consapevolezza (cioè quella abilità di capire ciò che si prova), di fare pace con se stesse e il proprio corpo, intraprendono un cammino pieno di curve, svolte tortuose, anche involuzioni ma necessarie per trovare il proprio centro.
Come possiamo fare?
· Alla base di tutto secondo me è importante accogliere chi siamo e il corpo che abbiamo ora.
· Lasciarsi alle spalle il vecchio modo di percepire se stesse.
· Lavorare sulle nostre convinzioni limitanti, per imparare ad ascoltare quella voce dentro di noi che ci offre guida e sostegno.
· Imparare a volersi bene così come siamo… di certo non è semplice… io tra alti e bassi ci sto arrivando ora alla soglia dei miei 50 anni.
· Fare un lavoro importante su quali siano i nostri bisogni, i nostri limiti, per arrivare a riconoscere e sentire i nostri Valori.
Tutto questo lo possiamo esplorare attraverso il Gruppo di Sostegno, perché non smetterò mai di dire che il Gruppo protegge, accoglie e insegna a non sentirsi sole.
E’ necessario affidarsi anche a un percorso di psicoterapia individuale quando si parla di dipendenze alimentari.
Un giorno vi racconterò la mia storia, in un post, perché 10 anni fa, quando uscivo dall’azienda, e già ero in terapia psicologica da 3 anni, la prima cosa che ho cercato, era proprio un Gruppo in zona che affrontasse la tematica dei disturbi alimentari e del corpo, e non l’ho trovato.
Cercavo proprio un Gruppo di Donne con la loro esperienza di Vita, dove si potesse raccontare la propria storia personale senza sentirsi giudicata.
Poi in verità, attraverso l’ascolto, la psicoterapia, il mio primo percorso di astrologia, ho aperto, nel 2011 Evolvo Libri e incontro così il mondo femminile in cui credo molto… incomincia così la condivisione, l’accoglienza…..il resto lo conoscete.
“…perché le donne sono la tierra, rotonde come la terra, perché la terra accoglie tante cose…Io comprendo il mio corpo come non separato dalla terra, comprendo che i miei piedi sono fatti per avere presa sul mio territorio, che il mio corpo è come un recipiente per contenere molto. Abbiamo appreso, da persone potenti al di fuori della nostra cultura statunitense, a rivalutare il corpo, a confutare idee e linguaggi che sarebbero di oltraggio al corpo misterioso, o ignorerebbero il corpo femminile quale strumento di conoscenza. Avere molto piacere in un mondo pieno di tanti tipi di bellezza è una gioia della vita cui ogni donna ha diritto. Sostenere un unico tipo di uccello canterino, di pino o di lupo. Né di bambino, di uomo o di donna. Non può esistere un unico tipo di seno, di circonferenza, di pelle….. per lo più le donne sono alte o basse, grasse o magre, semplicemente perché hanno ereditato le caratteristiche fisiche degli avi, vicini o lontani. Giudicare o malignare sulla fisicità ereditata da una donna produce generazioni di donne ansiose e nevrotiche. Esprimere giudizi distruttivi e inappellabili sulle forme ereditate da una donna significa derubarla di parecchi tesori psicologici e spirituali preziosi. Ammetterò peraltro che in molte donne c’è una donna “affamata”. Ma la sua fame non è di essere di una certa taglia, forma o altezza, non è di adeguarsi allo stereotipo; le donne hanno fame di rispetto e considerazione da parte della cultura che le circonda. L”affamata” che sta dentro urla per venir fuori… L’angoscia per il corpo in ampia misura priva la donna della sua vita creativa e dell’attenzione ad altre cose…” .
Queste le parole di Clarissa Pinkola Estes da Donne Che Corrono Coi Lupi, una piccola parte della narrazione “La Conversazione Corporale”, dialogo tra Clarissa mexicana e la sua amica Opalanga afroamericana.
Un profondo dialogo sul corpo della Donna che tanto mi ha aiutato a stare finalmente nel mio corpo.
Queste mie riflessioni vogliono essere un invito a partecipare a lavori di Gruppo, introspettivi, su tematiche “scomode”, necessarie per vivere la Vita in maniera più creativa, pensando di avere abbastanza, ringraziando ogni giorno che si affaccia.
Penso che questo possa essere un viaggio per scoprire i nostri talenti, le nostre potenzialità, i nostri desideri e trasformarli così in progetti ed obbiettivi. Credo nel lavoro su se stesse per raggiungere la Vita che desideriamo in ogni area della Vita stessa.
Sorrido alla me di 10 anni fa, che di certo non immaginava di divenire chi sono oggi, una Donna che ama ciò che fa, con le sue gioie, coi picchi di felicità , con le sue malinconie e i momenti di tristezza , ma sento la mia Vita piena di esperienze gratificanti e importanti per la mia continua Rinascita.
Graziella
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